Le valli Ferret, Veny e Sapin sono frequentate, in estate e in inverno, per rigeneranti passeggiate e attività all’aria aperta.
Il centro del paese è altrettanto suggestivo e ricco di storia, declinata tra busti e targhe di personaggi importanti, architetture antiche ed elementi non sempre noti. Per questo motivo nasce TOR Culture, una guida che conduce in modo consapevole gli amanti di Courmayeur lungo le vie del centro, per fornire informazioni, curiosità e notizie che raccontano la sua identità.
Dopo la lettura di questa breve guida, avrete modo di conoscere e apprezzare Courmayeur con occhi nuovi.
Edificato nel 1930, fu anche sede delle Scuole Elementari, costruite grazie ad una donazione della Contessa Marone Cinzano, ospite abituale di Courmayeur, come ricorda una targa accanto al portone principale.
La scala esterna d’ingresso è stata, per generazioni, lo scenario per le foto di inizio anno scolastico, delle feste dei Coscritti e di altri avvenimenti.
Qui vengono ricordati i caduti delle due Guerre mondiali, ma anche Don Cirillo Perron (1912-1996) e il dottor Pietro Bassi (1921-2011). Il primo è lo storico parroco di Courmayeur che, con la sua passione per l’alpinismo, ha iniziato alla montagna generazioni di Courmayeurins e di turisti. Nel maggio 2015 è stato riconosciuto Giusto delle Nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme per aver salvato dalle persecuzioni naziste Giulio Segre, bimbo ebreo che fece passare per suo nipote.
Il secondo è l’indimenticabile medico pioniere del soccorso in montagna che ha creato, alla fine degli anni ’80, la prima associazione di Volontari del Soccorso Courmayeur, realtà che si è poi diffusa in tutta la Valle d’Aosta.
Il poeta fu ospite a Courmayeur per la prima volta nel 1887 e successivamente nel 1889, 1890, 1895 e 1898.
Nelle sue Odi Barbare dedica la poesia “Courmayeur” al nostro paese:
Salve, o pia Courmayeur, che l’ultimo riso d’Italia
al piè del gigante de l’Alpi
rechi soave! te, datrice di posa e di canti,
io reco nel verso d’Italia.
Durante il suo ultimo soggiorno in Valle d’Aosta, Carducci, da sempre anticlericale, conobbe l’abate Pierre Chanoux, rettore dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo e fondatore del giardino botanico Chanousia, luoghi suggestivi di educazione e di elevazione spirituale. In seguito ad alcuni incontri, il Carducci si confessò, riavvicinandosi alla fede cristiana: così i suoi biografi narrano della sua conversione, avvenuta proprio a Courmayeur.
Si attraversa la piazza dedicata a Jules Brocherel (1871-1954), pioniere dell’etnografia locale e alpina oltre che fotografo, giornalista, botanico, climatologo e promotore dell’immagine turistica moderna della Valle d’Aosta. Nato a Courmayeur e appassionato di alpinismo, aveva intuito l’importanza del fenomeno turistico e nel 1895 pubblicò la “Guida illustrata di Courmayeur e dintorni”, corredata da itinerari, notizie su rifugi, alberghi e servizi pubblici.
Si giunge in seguito alla piazza dedicata all’Abbé Joseph-Marie Henry (1870-1947), originario di Courmayeur, figlio di una guida alpina che gli trasmise la passione per la montagna. Fu parroco, alpinista, botanico, glaciologo, meteorologo, storico, filologo, scrittore e poeta dialettale. Il suo impegno lo ha portato a collaborare alla realizzazione del giardino botanico Chanousia al Colle del Piccolo San Bernardo e alla creazione del parco botanico, con annesso Jardin, al Plan Gorret di Courmayeur.
…e il comprensorio sciistico del Plan Chécrouit, sulla destra si trova il monumento dedicato alla guida alpina Felix Ollier (…-1900), partito nel 1899 con la spedizione per la conquista del Polo Nord, organizzata da Luigi Amedeo di Savoia – duca degli Abruzzi – insieme alle guide di Courmayeur Cyprien Savoye, Joseph Petigax e Alexis Fenoillet, fu l’unico che non fece ritorno. Sul monumento si può leggere la targa dedicata:
Felice Ollier guida alpina
scomparso sui ghiacci dell’oceano glaciale artico
nella spedizione colle slitte diretta al polo nord
marzo 1900 – Luigi di Savoia
Alle spalle del monumento si trova la meridiana voluta, nel 1920, da Enrico Alberto De Albertis, genovese che decise di portare l’ora dell’Etna ai piedi del Monte Bianco. Fu realizzata dal pittore Giovanni Maria delle Piane e dedicata anch’essa a Felix Ollier. Sul quadrante sono i riportati i versi dedicati alla spedizione del 1899:
Mesta Custode sto segnando l’ore
presso la Croce Santa che rammenta
di valdostana guida il gran valore.
Ghiacci polari, tropicali ardori,
tutto provaste fiere genti alpine,
anco di guerra i barbari furori
Nel 2017 la meridiana è stata ristrutturata insieme all’edificio che la ospita, Casa Guédoz. Si può leggere il motto «Quelle heure est-il? C’est l’heure de bien faire» (Che ora è? È l’ora di far bene).
La piazza è dominata dalla chiesa parrocchiale di Courmayeur, dedicata a San Pantaleone, patrono principale, festeggiato il 27 luglio, e a San Valentino, patrono secondario festeggiato il 14 febbraio. Il suo campanile, edificato tra l’XI e il XII secolo, ha una cuspide a forma di tiara, a ricordo del soggiorno dei Papi ad Avignone, esempio rarissimo in Valle d’Aosta. Il tempio, risalente al Settecento, ospita un altare maggiore in marmo nero, una tela raffigurante il martirio di San Sebastiano e una tela ex voto ispirata all’invasione delle truppe francesi in Valle d’Aosta, che risparmiò Courmayeur.
Uscendo dalla Chiesa si trovano, a destra, i monumenti degli alpinisti Mario Puchoz, Giuseppe Petigax e Emile Rey, il “Principe delle Guide”, e, di fronte, il Museo Alpino Duca degli Abruzzi. Esso racchiude la storia dell’Alpinismo e custodisce la memoria delle Guide Alpine di Courmayeur e delle loro ascensioni sulle Alpi e spedizioni extraeuropee. Nello stesso edificio ha sede la Società delle Guide Alpine di Courmayeur, prima in Italia, fondata nel 1875.
Dopo aver attraversato piazzetta Brenta, mantenendo sulla destra, si raggiunge il Jardin de l’Ange con il suo Chalet sede principale degli eventi di Courmayeur.
La storia vuole che nel 1711 la casa-forte dei nobili Piquart de la Tour ed in seguito dei Carron, per volontà dei Savoia, fosse trasformata in struttura ricettiva. Nei secoli tutti i proprietari si impegnarono per renderlo un punto di riferimento per il turismo d’élite. L’Hotel Ange, tra i primi ad avere elettricità e acqua calda in tutte le 100 camere, nel 1905 fu acquistato dagli ultimi proprietari, la famiglia Peraldo, e diventò Hôtel Ange & Grand Hôtel. Con le sue sale da ballo, sale affrescate, e lo ‘Chalet de l’Ange’, che viene ricordato come esempio di eleganza e accoglienza. Negli anni ‘90 la famiglia Peraldo, senza eredi, per continuare la tradizione dell’ospitalità, lo vendette a una società che lo trasformò in appartamenti e negozi.
Qui si trova la Chiesa valdese. La presenza della comunità valdese a Courmayeur risale al periodo dell’editto Albertino del 17 febbraio 1848. L’attuale tempio, con una bifora tamponata ed archetti in pietra, è il più antico tempio valdese della Valle d’Aosta. In passato nella Regione erano presenti diverse comunità valdesi, attualmente l’esperienza intervangelica è rimasta operativa soltanto nel tempio di Aosta e in quello di Courmayeur. Il culto è celebrato solo in estate e si svolge la domenica.
A fianco della chiesa sorge la Tour Malluquin, una torre medioevale che appartenne all’omonima famiglia sin dal XIII secolo.
La Tour è citata per la prima volta in un verbale del 1351, nel quale Ugoneto Malluquin consegna la dimora fortificata agli emissari dei Conti di Savoia per alloggiare una guarnigione durante il periodo in cui il Conte si trattenne in Valle. Dal XV al XVIII secolo la torre fu proprietà della famiglia D’Avise. Attualmente appartiene a diversi proprietari e al suo interno vengono organizzate piccole esposizioni.
L’edificio, a pianta quadrata, è composto da sette piani divisi da solai in legno; l’accesso al piano terreno è recente, mentre quello originale, a circa otto metri da terra, è sormontato da un architrave con arco di scarico a tutto sesto.
La piazzetta Petigax confina con il giardino di un albergo storico di Courmayeur: l’Hotel Royal e Golf, la cui costruzione risale al 1854. L’albergo era luogo di vacanza dell’aristocrazia e ha ospitato, tra gli altri, la Regina d’Italia Margherita di Savoia, in onore della quale fu aggiunto l’appellativo “Royal”, e Giosuè Carducci.
Rilevato dalla famiglia Gilberti, l’hotel venne abbattuto e riedificato nel 1953. È formato da un massiccio corpo centrale su sei piani e di una facciata che ricorda il Dente del Gigante.
Lungo la via una tappa al lavatoio, costruito nel 1880, consente di riempire la borraccia per continuare la passeggiata.
Edificata nel 1916. La costruzione imita la tipologia a traliccio del centro Europa e nella parte alta sono state inserite intelaiature in legno collegate tra loro, che suddividono il fronte in piccole parti. Sul lato nord della facciata, la villa presenta varie decorazioni e l’anno di costruzione. Ad oggi, la villa è stata ristrutturata e divisa in appartamenti.
Un centinaio di metri più avanti sulla sinistra, a fianco dei campi da tennis del Pussey, si trova un’altra villa storica:
Trattandosi di una casa privata non è consentito l’ingresso, dalla strada è possibile cogliere che è composta da un insieme di edifici a carattere architettonico medievale, edificati tra il 1900 e il 1945, circondati da un giardino e un muro in pietra che delimita la proprietà. Il complesso è composto dalla villa principale del 1930, affiancata dalla dépendance. Anche quest’ultima è rivestita in pietra, con aperture ad arco accoppiate a ricordare le bifore medievali. A nord della villa è presente una cappella privata, un campanile ed un porticato, tutti in pietra con caratteristiche architettoniche medievali, come le finestre a trifora e il portico ad archi. La villa è immersa in un giardino guarnito di un ruscello e un laghetto. Il 17 luglio 1965 fu la sede prestigiosa dell’incontro tra il presidente della Repubblica francese Charles De Gaulle e il presidente della Repubblica italiana Giuseppe Saragat, in occasione dell’inaugurazione del Traforo del Monte Bianco. Ad oggi Villa Tondani è stata ristrutturata e suddivisa in appartamenti.
Tornando indietro di pochi passi si imbocca via Marconi e circa venti metri dopo, sulla destra, inizia
Il sentiero segue il corso di un ruscello che prendeva l’acqua da Entrèves, nella zona del campo sportivo, e arrivava fino a Palleusieux, nel comune di Pré-Saint-Didier. Percorrendolo si giungerà sopra la Chiesa: da cui si può ammirare Courmayeur da un inaspettato punto di vista Foto?con i suoi tetti in losa, le stradine e le case i pietra del Tséralèi, il quartiere più antico di Courmayeur. Al termine del sentiero si raggiunge la Strada del Villair e, dopo circa 200 metri, all’ incrocio, proseguendo sulla sinistra in strada Grand Ru si entra nel parco Bollino. Percorrendolo in discesa si ritorna in viale Monte Bianco, vicino al Municipio di Courmayeur, punto di partenza della passeggiata.